Riprende con uno dei più grandi capolavori operistici di sempre la stagione del Teatro San Pietro (via Santa Maria Mediatrice 24, Roma). Domenica 17 ottobre alle 17.30 e sabato 23 ottobre ore 20.45 andrà infatti in scena un capolavoro assoluto: La Bohème di Giacomo Puccini.
Sul podio, a dirigere l’Orchestra ed il Coro lirico-sinfonico di Roma un professionista della bacchetta come Maurizio Petrolo, la regia è affidata a Giovanna Müller e le scene sono di Annibale Biocca, già capo scenografo per 36 anni al Teatro Alla Scala di Milano. Nei panni di Mimì Olga Kuzmicheva, Fabio Lanni sarà Rodolfo, Marcello sarà nvece interpretato da Stefano Tiballo. E poi ancora Giuseppe Milli (Schaunard), Silvio Riccardi (Colline), Assunta Berlingieri (Musetta), Antonio Di Lorenzo (Benoit).
Tra i capolavori del panorama operistico tardoromantico, La Bohème di Giacomo Puccini è un perfetto esempio di sintesi drammaturgica e musicale, strutturata in quattro quadri di fulminea rapidità. Ispirato al romanzo di Henri Murger Scènes de la vie de Bohème, il libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, ebbe una gestazione abbastanza laboriosa, per la difficoltà di adattare le situazioni e i personaggi del testo originario ai rigidi schemi e all'intelaiatura di un'opera musicale. L'orchestrazione della partitura procedette invece speditamente e fu completata nel dicembre 1895. Meno di due mesi dopo, il 1º febbraio 1896, La Bohème fu rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino, diretta da un giovanissimo Arturo Toscanini, con buon successo di pubblico, mentre la critica ufficiale, dimostratasi all'inizio piuttosto ostile, dovette presto allinearsi ai generali consensi. La trama musicale pucciniana riflette appieno l'avvicendarsi di gioia e tristezza del dramma letterario ed esprime con sincerità e partecipazione la genialità e l'umanesimo del musicista. Fu così che La Bohéme divenne in breve un caposaldo del repertorio lirico universale in cui il celebre compositore italiano esibì uno stile assai inventivo con una scrittura piuttosto audace. Ispirandosi a un soggetto decisamente moderno, Puccini diffuse nell’opera il proprio gusto romantico e impressionista, mediato da un'indubbia perizia artistica e da una sintassi musicale al servizio dell'espressività. (Comunicato/Teatro San Pietro)
Nessun commento:
Posta un commento