Di seguito una conversazione con Antonio Pirolli, direttore della Medea di Cherubini per il Teatro Sociale di Como.
Come ci si sente ad affrontare un’opera caratterizzata dall’interpretazione di un mito, Maria Callas, così condizionante nell’estetica dei melomani?
Maria Callas costituisce, nell’ambito della storia del melodramma, un punto di riferimento imprescindibile: le sue interpretazioni sono autentiche pietre miliari.
Per parte mia, quando affronto la messa in scena di un melodramma cerco di inserire il lavoro nel suo contesto storico, ma con una chiave di lettura contemporanea. Tra la Medea della Callas e questa nostra sono trascorsi più di cinquant’anni, e in questo lungo lasso di tempo sono successe tante cose, lo stile vocale si è modificato, soprattutto è mutato il gusto…
Medea opera classica o preromantica? E Cherubini compositore ‘francese’ o ‘italiano’?
Medea è un’opera classica, ma anche con escursioni preromantiche. Cherubini, dal canto suo, aveva cuore italiano, ma con una impronta stilistica mitteleuropea. Il suo stile si distacca da quello dei suoi contemporanei più eseguiti: sono stati il destino, le circostanze della vita a portarlo a percorrere altre strade. Nelle sue opere il compositore toscano precorre lo stile classico, superando anche il primo Beethoven, e nella strumentazione predilige una impostazione sinfonica, pur nel massimo rispetto delle voci.
Come ci si sente a portare in un teatro di provincia un’opera che raramente anche i grandi enti lirici propongono? Pensa che il pubblico del Circuito Lirico Lombardo possa apprezzare un’opera così raffinata?
Medea è un’opera di non facilissima fruizione, anche per il libretto, per il contenuto. Per chi conosce la tragedia greca può essere uno stimolo; per chi è abituato a frequentare l’opera lirica intesa in senso tradizionale potrebbe costituire una sorpresa… Quel che è certo, Medea è un’opera che richiederebbe, al pubblico del Circuito e al pubblico in generale, un minimo di preparazione, una certa conoscenza per essere apprezzata appieno.
E i Teatri la programmano con cautela non già perché non sia un’opera di richiamo, ma perché ha bisogno di grandi protagonisti, che non siano completamente immersi nell’opera italiana. Cherubini richiede uno stile un poco atipico: è un po’ lo stesso discorso che vale per le opere di Mozart.
Nel Circuito Lirico Lombardo Medea viene proposta con i recitativi musicati, oppure nella prima versione da opéra-comique?
Già per la ripresa in Germania, subito dopo la ‘prima’ francese del 1797, i dialoghi erano stati musicati. Noi proporremo Medea in italiano, e per questo utilizzeremo la prima versione di Carlo Zangarini, realizzata per il debutto scaligero dell’opera nel 1909, naturalmente con i recitativi musicati.
(Com)
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