giovedì, ottobre 07, 2010

TORINO, IL REGIO ANNUNCIA IL VINCITORE DEL CONCORSO PER LA REGIA DI RIGOLETTO

Se la cultura in Italia se la passa maluccio in compenso la creatività sta benissimo. Questa potrebbe essere in estremissima sintesi l’analisi dei risultati del Concorso indetto, per la prima volta dal Teatro Regio, per l’ideazione di regia scene e costumi del Rigoletto di Giuseppe Verdi che verrà presentato ad aprile sul palcoscenico del Regio.
Un’iniziativa che ha ottenuto un grandissimo successo, come facilmente dimostrano i numeri: 520 persone iscritte riunite in 216 gruppi, in maggioranza cittadini italiani, mentre 31 provengono da varie nazionalità europee e 6 da Brasile, Corea e Stati Uniti, per un totale di 165 progetti presentati. Una vera e propria marea di progetti che ha dapprima addirittura intasato gli uffici postali e che ha poi invaso gli uffici del Teatro Regio.
Dopo un lungo lavoro di selezione che ha coinvolto il Sovrintendente Walter Vergnano, il Direttore Musicale Gianandrea Noseda, il Direttore dell’Area Artistica Alessandro Galoppini, il Direttore degli allestimenti Saverio Santoliquido e la Responsabile della Realizzazione degli Allestimenti Claudia Boasso, è stato selezionato il team vincitore formato da Luca Ghirardosi, scenografo e capogruppo della squadra che ha scelto come motto per l’iscrizione al Concorso Le roi s’amuse, dal regista Fabio Banfo e dalla costumista Valentina Caspani coadiuvati da Claudia Brambilla, Chiara Marchetti ed Elena Rossi.
Il Teatro Regio aveva messo a disposizione 200.000 euro, cifra che doveva comprendere tutti i costi per la realizzazione di scene, costumi, attrezzature tecniche, trasporti e assicurazioni. Il team vincitore ha presentato un preventivo di 144.500 euro riuscendo a coinvolgere in qualità di sponsor tecnico la ditta che realizzerà le scene, ottenendo il duplice risultato di avere una riduzione dei costi e un bonus nel punteggio finale.
La giuria ha sottolineato l’alto livello dei progetti presentati, infatti il bando di concorso richiedeva, da un lato, una documentazione molto dettagliata e professionale e, dall’altra, poneva alcune precise condizioni: che l’allestimento potesse essere utilizzato come spettacolo di repertorio e quindi che fosse di semplice e veloce montaggio e smontaggio, che potesse adattarsi a palcoscenici con diverse caratteristiche tecniche e che i costumi presentassero caratteristiche di facile adattabilità, tenendo presente la possibilità di riprese frequenti.
Il progetto realizzato dal gruppo Le roi s’amuse ha ottemperato tutte le richieste tecniche unendo la capacità professionale a un’interessante lettura del capolavoro verdiano. Nelle note di regia si legge: «Il tema che ho inteso approfondire è quello del potere. Il potere di per sé non è buono né cattivo. È un concetto astratto. È l’uso che gli uomini ne fanno a dotarlo di valori positivi o negativi. (…) La corte del Duca di Mantova che abbiamo immaginato è una corte ricca ma in decadenza, vittima dei suoi stessi eccessi. (…)I costumi sono ricercati, con un taglio vagamente rinascimentale, ma non collocabili in nessuna epoca o luogo preciso. Sono di lana perché volevamo evocare il freddo, come la sensazione del gelo che spira in un luogo di morte. (…) Con le scenografie abbiamo cercato di esprimere la dinamicità dell’opera, di avere elementi scenici che, senza essere troppo ingombranti, descrivessero in maniera adeguata ed efficace i vari spazi in cui si svolge l’azione. Un ruolo importantissimo svolgono le luci (…) che contribuiscono a descrivere gli spazi, a circoscriverli a dotarli di quel senso di minaccia e cupezza che spira per tutta la partitura musicale». (Comunicato/Teatro Regio di Torino)

Nessun commento:

Posta un commento